THE INFORMER

2011/06/19

Friday Fever

Ogni volta che decido di scrivere qualcosa io su questo fantastico blog si tratta nel 90% dei casi di feste da organizzare, di liste da creare..insomma di divertimento. Oggi invece do un po' di voce a quel restante 10%. Perchè infondo questo blog è nato per questo. Per farci respirare un po'. Per poter condividere con voi le gioie e i dolori della nostra fantastica gioventù. Molti di voi leggeranno questo post , se vorranno, domani dopo un bel we passato al sole, a colorarsi un po' la faccia. Io lo scrivo oggi, di domenica durante un we passato a pensare... per forza di cose. Per forza di una febbre che mi è venuta giovedi notte mentre ero da sola in trasferta a bari e che mi ha forzato dentro casa...non c'è peggior cosa per me, chi mi conosce lo sa. E questo è il risultato. Però pensare a volte serve, è necessario per riordinare i pensieri, per trasformare alcuni in priorità e decisioni da prendere. Non entro in merito alle mie priorità, nè alle mie decisioni. Forse al termine della lettura ci arrivete comunque. Ho sempre vissuto le febbri, le influenze, fin da quando sono piccola, come una piccola "fortuna" per stare a casa da scuola...poi però siccome mi arrivavano puntualmente il venerdì, le vivevo come immense "sfortune" perchè non potevo uscire con gli amici, andare alle feste (che ovviamente si moltiplicavano in quel weekend di febbre) e quindi la febbre da salva-interrogazione si trasformava inun gigante divieto-al-divertimento. Bè sono cresciuta abbastanza eppure questo we è stato esattamente cosi. Si è ripetuto il gioco. E quindi sono stata a casa a pensare. A riflettere su tutto quello che non mi sta bene. E il risultato è stato pessimo. O ottimo. Dipende dai punti di vista. Come tutto del resto. Pessimo perchè quei 39.8 di febbre mi hanno fatto capire che mi sento a disagio con tutto quello mi circonda. Ottimo perchè mi gli antibiotici per curare la febbre ce li ho tutti, metaforici e non...per cambiare e provarci a fare qualcosa che per me valga la pena. Non abbiamo neanche 30 anni, c'è chi ci reputa l'italia peggiore, chi parla di noi come il futuro...io voglio pensare a me senza interferenze. Io voglio provarci a trovare un posto nel mondo. Non fisicamente ma attivamente. Non so se riesco ad essere chiara. E' difficile anche per me. A volte faccio fatica a capirmi. Ma ci provo. Ho deciso che voglio provarci a seguire le mie caratteristiche. Dargli voce e corpo. Provarci per non avere il rimpianto di non averlo fatto. Il rimorso si può curare, il rimpianto no. Almeno per me. Voglio provarci perchè credo che ne valga la pena. Ne sono convinta. Ne vale la pena per mille ragioni...personali e non. Se ognuno riuscisse veramente a seguire quello che sente dentro, io sono sicura che saremmo tutte persone migliori. Meno incazzate, più sorridenti. Meno stanche, più vive. Voglio riprendere il controllo sulla mia vita e sopratutto sulle mie scelte. Ricordarmi che tutto dipende da me. Cambiare.CAMBIARE. Provare. Se poi qualcosa dovesse andare male, ricominciare ma l'importante per me averci provato. Spero di poter rileggere questo post fra qualche mese e pensare che quella febbre era stata determinante a farmi trovare (o almeno tentare di trovarla) la strada più adatta alle mie ruote. Io CI PROVO.
Buona domenica miei cari compagni di (s)ventura.

ps:nel prox post tornerà a farsi vivo quel 90% di cui parlavo all'inizio (Maccarese docet)...anzi spero non solo in un prox post ma in Altro.

3 comments:

Alessandra said...

condivido in pieno...mai accontentarsi! Ti lascio con una frase che ho letto proprio prima di partire: "Il sentimento è forza. Quella forza che riconosciamo al fondo di ogni decisione quando, dopo aver analizzato tutti i pro e i contro che le argomentazioni razionali dispiegano, si decide, perché in una scelta piuttosto che in un’altra ci si sente a casa. E guai a imboccare, per convenienza o per debolezza, una scelta che non è la nostra, guai a essere stranieri nella propria vita. La forza d’animo, che è poi la forza del sentimento, ci difende da questa estraneità, ci fa sentire a casa, presso di noi. Qui è la salute. Una sorta di coincidenza di noi con noi stessi, che ci evita tutti quegli “altrove” della vita che non ci appartengono e che spesso imbocchiamo perché altri, da cui pensiamo dipenda la nostra vita, semplicemente ce lo chiedono, e noi non sappiamo dire di no."

Unknown said...

tu ci provo, e io ti supporto. Se dovessi cadere, scivolare, o semplicemente inciapar; io ci sarò a darti una mano per tirarti su!

In bocca al lupo Ari!

ROB

Unknown said...

Sei la migliore. Se non ci riesci tu, è meglio che gli altri lascino perdere direttamente!! :D

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