THE INFORMER

2010/11/15

One Billion Hungry e un po' di cifre $$$

Da pochi giorni si è concluso il summit del G20 in Corea del Sud. Organizzazione perfetta, ottima vetrina per gli investitori stranieri, che tra cene di gala e tour guidati, hanno potuto ammirare nuovamente l’efficienza coreana. Costo dell’operazione 200 milioni di Euro.

In Italia però, si è parlato poco dell’evento. La crisi politica ha tenuto banco. Le uniche notizie che sono giunte sono relative al galateo istituzionale degli uomini di Fini e la fuga di Berlusconi e Tremonti dalle domande dei giornalisti. Ma tanto si sa di cosa hanno parlato: bisogna regolamentare il mercato finanziario ed istituire un nuovo accordo, Basilea 3, già annunciato a suo tempo da mostri sacri dell’economia quali il prof. Dominese. Giusto?

D’altronde, con tutto quello che sta succedendo da noi in Italia, che ci frega del G20. Sacrosanto.
Già, in Italia presto avremo elezioni anticipate, un ribaltone o un Berlusconi bis, ma lo sapremo solo dopo la finanziaria. Già la finanziaria, quella che non sarebbe dovuta esserci perché noi dalla crisi usciamo meglio degli altri. Ma in cosa consiste la finanziaria attuale? In ri-emissione di titoli pubblici a sostegno del debito pubblico italiano che ammonta a 1.844,8 miliardi di Euro.

Un’inezia.

Praticamente i buffi di Mr. X con il suo spacciatore.

Intanto negli USA, Wall Street continua a guadagnare ancora grazie ai derivati venduti ad enti pubblici statunitensi circa 4 miliardi di USD. E gli enti pubblici italiani non sono da meno, avendo investito 35 miliardi di Euro in derivati dal 2002 a questa parte. Tra l’altro è in corso un processo per truffa aggravata contro quattro istituti bancari (Deutsche Bank, Ubs, JP Morgan e Depfa Bank) e due ex amministratori coinvolti nella stipula di contratti con il Comune di Milano a protezione di un’emissione di obbligazioni da 1,68 miliardi.

Inezie.

Tutto questo senza parlare dei disoccupati, dei precari senza pensione, degli immigrati sulle gru.
E sopra ogni cosa senza mai spendere una parola sui c.d. Paesi in Via di Sviluppo. Con tutti i problemi che abbiamo possiamo stare a pensare a circa 1 Miliardo di persone si trovano in una situazione di indigenza alimentaria? Detto come direbbe qualcuno di Centocelle o dell’Alessandrino, si tratta di “sfigati che nun magnano un cazzo”.

Un sesto della popolazione mondiale. Sarebbe come se, alla prossima cena in pizzeria 3 persone su 20 stessero a digiuno. Forzatamente. Ma noi cosa ci possiamo fare è il mondo che va così, è il sistema. Prendere o lasciare. O no?
E pensare che l’Obbiettivo del Millennio è quello di ridurre gli affamati della metà entro il 2015. Addirittura in America Latina si vorrebbe sradicare questa piaga definitivamente entro il 2025.

Ma siamo sulla strada giusta?

Secondo studi recenti (FAO - 2009) si calcola che basterebbero investimenti per 30 miliardi di USD nei Paesi Sottosviluppati per raggiungere tale scopo.

Sono molti soldi, è vero, se confrontati con i nostri stipendi da stagisti.

Sono pochi se consideriamo che nel 2007 sono stati spesi 365 miliardi di USD a sostegno degli agricoltori dei Paesi Ricchi.

Sono niente se paragonati con i miliardi di dollari mobilizzati in poco tempo, tra il 2008-2009, per salvare i mercati finanziari e le banche.

Sono ancor meno di niente se comparati ai 1.340 miliardi di USD spesi complessivamente nel mondo ogni anno in armamenti.

Ma di tutto questo sicuramente avranno parlato al G20, giusto?

Se condividete almeno in parte quanto scritto, firmate la petizione FAO "1 Billion Hungry". E’ vero non è molto, ma è già qualcosa. Se lo avete già fatto, passate parola con i vostri parenti ed amici.

http://www.1billionhungry.org/

1 comment:

Mi so perso per Prati said...

purtroppo i rettiliani sanno che frutta molto di più investire nelle armi piuttosto che nella dignità delle persone

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