THE INFORMER

2008/09/09

What about Alitalia?

Carissimi,
sono qui che attendo la pizza gentilmente offerta da mio fratello, e tra una caxxa e l'altra, mi è saltata in mente l'idea di rovinare i prossimi cinque minuti per parlare di Alitalia.
Le cifre, come al solito in Italia, sono molto vaghe, ma da quanto è possibile capire la stanno per fare bella: si parla di un' offerta di acquisto di circa 700 milioni di Euro (comprensa AirOne), di almeno 5000 esuberi, di lasciare tutti i debiti e le pendenze alla "Bad Company" (che oviamente rimane pubblica), di un piano di investimento non prorpio all'altezza, tra l'altro tutta la cordata non ha mai avuto alcun interesse nell'aviazione. I nomi dei capitani coraggiosi sono noti ai salotti della finanza e dell'imprenditoria, ma ovviamente dietro a tutto ci saranno le banche, as usual..
Comunque confrontare questa "offerta" con quella di AirFrance è abbastanza facile. La trattativa prevedeva: l'esborso di almeno 2 miliardi di euro, di "soli" 2000 esuberi, il mantenimento del marchio e la possibilità di entrare in un grande network europeo, infine l'assunzione da parte del gruppo di tutti i debiti e le pendenze.
Nell'ambiente si mormora che la vendita è solo rimandata, per lasciar far mangiare i soliti noti almeno per 5 anni, dopodichè Alitalia sarà s-venduta finalmente ad AirFrance per due lire. E' molto probabile che sono già tutti d'accordo, basta pensare che Banca Intesa, la quale curava la trattativa con AirFrance, adesso entra nella cordata per comprare Alitalia.
La domanda che tuttavia mi pongo è un'altra: è necessario veeramente privatizzare?
E' ovvio che se rimane tutto un mangia-mangia, potrebbe essere l'unica soluzione per evitare sprechi, ma se ci si pensa un po' la regia è sempre la solita. Si prende un'azienda pubblica, che in quanto tale ha molto potere di mercato, la si riempe di debiti e di merda variegata, poi si vende il tutto a due lire. Il furbo che se la prende fa due mosse, una ripulita qua e là, ed ecco che hanno una gallina dalle uova d'oro. Tutto ciò molto spesso è favorito dalla EU e da molti economisti, predicatori del libero mercato e della svendita degli asset pubblici, causa inutili e dannose distorsioni di mercato. Ecco, io non sono di questa idea. Se una azienda pubblica, come a suo tempo la SIP, viene condotta secondo criteri economici e garantisce un ritorno economico perchè deve essere venduta? Perchè la Good Company non può rimanere pubblica ed essere guidata in modo tale da ottenere dei profitti?

3 comments:

Anonymous said...

già è stupendo leggere qualunque cosa tu scriva, ma farlo dopo aver fumato è quasi eccitante...uhuhuhuh

Anonymous said...

stamattina giovanni in biblioteca non ha voluto prendere il caffè insieme a me, forse è arrabbiato e non vuole più giocare con me :( speriamo che non sia così.

silvia said...

Se fossimo in un paese serio, meritocratico e trasparente forse avrebbe un senso tentare di mantenere la compagnia alitalia, con l'unico scopo di farla funzionare e non di farci mangiare i dirigenti, ma visto che le cose sono esattamente l'opposto, forse la soluzione air france sarebbe stata la migliore, magari i francesi certi favori non li fanno, alla faccia dell'italianità di cui blaterano silvio e i suoi amichetti (che prima dell'italianità stanno affondando l'italia..)

Labels

WELCOME TO THE TOR VERGATA'S JAIL