[…] La donna bella s’alzò, il suo coprispalla di lana avvolgente ad ondeggiare tra gli sguardi. Se ne videro – finalmente- le scarpe, nere e basse, quelle che ancor mancavano alla vista d’un ormai famelico Wing. L’occhio di lupo di quella bellezza elegante lo guardò di sfuggita per l’ultima volta. Poi tirò dritto su per le scale. Wing capì e s’alzò di scatto subito dopo.
La toilette dei signori era al piano inferiore. Wing fece per entrarvi , poi quando nessuno lo vide tirò dritto al piano di sopra. Donna Elegante-Occhi di Lupo lo attendeva in fila lì sulla porta, nel bagno delle donne non v’era nessuno per cui far la fila. Wing continuò a capire e s’avvicinò. La sua mano calda e sinuosa dietro la nuca della donna elegante. L’avvicinò alla sua testa in un lampo, in barba ad ogni legge della prossemica, e portò gli occhi di lupo vicinissimi ai suoi occhi di preda. La guardò un istante solo, poi la baciò con veemenza. Occhi di lupo si abbandonò a quel bacio impetuoso quanto imprevisto. Carezzava con la mano sinistra l’ispido volto di quell ‘ignoto signore, la sua destra a spingere frenetica la porta della toilette delle signore.
Entrarono velocissimi. Occhi di lupo, ora libera nel suo bosco, spinse Wing con violenza contro la ceramica della parete. Una mano la strinse a quella sinistra di lui, l’altra ne afferrò il membro con prontezza ed energia. La preda sussultò, unico movimento concessogli. Occhi di lupo seguiva carezzando e con l’altra mano gli allentava la cintura. Lo liberò dai pantaloni velocissima, abile predatrice al momento della caccia. Ne estrasse il membro e lo baciò, le labbra piccole e morbide ad avvolgerlo con delicatezza. Wing ebbe un altro sussulto, poi uno slancio di improvvisa virilità. Afferrò donna elegante per i capelli, da quella stessa nuca che attimi prima aveva carezzato teneremente, e con un brusco movimento sovvertì quella gerarchia. Adesso era lui, preda affamata, a tenere il lupo ammansito bloccato contro la stessa parete. Iniziò a baciarne il piccolo ventre, le mani sue calde a correre dietro una mirabile schiena. Risalì svelto su ai seni, piccoli anch’essi ma sodi e armoniosi, e con una mano li toccava e con l’altra li liberava da un nero e sensuale reggiseno. Li aveva ora in pugno, entrambi dinanzi alle sue labbra. Iniziò a baciarli con energia, mentre la mano sua destra correva su e giù per le di lei gambe. Scendeva ai polpacci, poi risaliva su all’inguine, le gambe di Donna Elegante ad allargarsi sinuose. Si fermò dinanzi alla vita. E con le mani la liberava, con la lingua esplorava un ombelico piccolo e grazioso. La spogliò dei pantaloni con dolcezza, e con le mani spingeva e con le labbra seguiva. Occhi di lupo tentò uno fuga improbabile, strenuo ma vano intento di sovvertire nuovamente la gerarchia. A fatica si dimenava nella solida presa di Wing. E quando questi arrivò con le sue labbra al gelido inguine, ogni resistenza fu vinta, le cosce di lei ormai tremanti di desiderio. Wing continuò ad accarezzarne con la lingua l’interno già intiepidito, e a tratti la spingeva impertinente oltre l’intimo nero elegante. Quando ne ebbe varcato la barriera, fu un gemito secco e deciso. Occhi di lupo afferrò lei allora la preda, e stringendogli forte i capelli ne attaccò la bocca al suo sesso. Wing dunque baciava e carezzava, Donna Elegante stringeva e spingeva.
Quando il sesso di lei fu umido come desiderava, impregnato d’odore di donna inebriante, Wing la girò e la penetrò, il volto di lei contro la fredda ceramica.
Non v’è cosa piu’ armoniosa della schiena bella di una donna bella. Strumento dai contorni eleganti e sinuosi, ispira musica e passione come nella più romantica delle sinfonie. Wing faceva correre il suo arco tra quelle corde stridenti, e ne accarezzava la cassa armonica come fosse il più prezioso dei violoncelli. Sonava con veemenza, un ardore obliato, e guardava fisso quegl’occhi di lupo che Donna Elegante aveva verso di lui voltato. Erano quelli il suo spartito ed il suo direttore al tempo medesimo. E come nelle orchestre d’ogni ordine e rango, ne seguiva scrupoloso le indicazioni ed espressioni. Più il direttore lo guardava intensamente, a volergli ricordare uno dei tanti ‘’crescendo’’, più Wing suonava impetuoso facendo vibrare il suo arco sulle corde. E quando il capo del direttore oscillava lentamente a dettare il tempo dell' ‘’Andante’’, lui ne accennava ancor più il ritmo con arcate decise ma controllate.
Sonò quel meraviglioso violoncello per l’intera sinfonia. Poi ripose il suo arco, e non rivide mai più il direttore. Ma più volte ne cercò gli occhi di lupo nel nero della notte.
4 comments:
Sono la prima a commentare questo tuo post...inizio col dirti che ammiro il coraggio che hai avuto nel pubblicare cose non facili da scrivere e ancor meno da condividere..ma questo è il bello delle parole..e allora ti immagino a scrivere, in piena notte, di getto, perché la scrittura è spesso un'urgenza, chino sul tuo portatile in un posto del mondo lontanissimo da noi, con una luna che illumina una cielo senza altre luci, magari una sigaretta tra le labbra..questa scrittura vivida e forte mi ricorda un po' Baricco...sono pronta per il resto...
gli scrittori bravi, sia quelli che lo fanno per professione o per diletto più o meno personale, sono una dipendenza per i sognatori, li esaltano e talvolta li sprofondano nell' astinenza, perchè più ti piace o fa male quello che leggi, più hai voglia di leggerne. che dire, aspetto anch'io altri racconti, altri brani.. ci sono tanti creativi tra gli eebl, dovrebbero mostrarsi e lasciarsi apprezzare più spesso.
meglio di no!
perchè meglio di no?!
Post a Comment