"Ci sono notti che la gente ha la pelle scura e le facce imberbi. I peli radi, nero cupo su nero, a stento lì affiorano su quelle scure distese. Ci sono volte, alla notte, che la gente forte e calda ha su il volto sereno degl'anni verdi ormai andati.
Altre volte, altra gente, gl'anni sono gli stessi ma diversa è la faccia, quelle volte la gente i segni suoi li porta addosso. Forse i segni meschini dell'invidia e della rabbia, forse i segni corrotti del padrone egoismo.
Quella notte, Sir Wing, aveva la faccia coi segni. In terra sul suo materasso, blanda stoffa sul legno duro, se ne stava sdraiato a bere birra e pensare forte.
S'alzò a cercare la pipa, aveva voglia di compagnia. Non l'amava, in effetti, ma l'aveva sempre con sè. Alle volte, alla notte, proprio non poteva farne a meno. Frugò il cassetto alla cieca, le mani tozze a tastare il morbido fresco del tabacco fruttato. Amava le fragole, ma i frutti rossi più in genere. E in quel cassetto, dal pur morbido odore, v'erano solo ed ovunque scatole rossefruttate. Ne afferrò una manciata, il moto brusco e impacciato, poi inforcò dritta la pipa, e prese avido a fumare.
Ben vicino, lì intanto, udiva oscure voci confuse. Quella gente, quella notte, parlava più strano del solito. S'era ormai abituato, a quella cantilena un po' buffa. La gente scura, a Greenlaje, parlava caldo e sguaiato. Lo trovava divertente, era gradevole all'udito, e ve n'era -incredibile- di tutti i toni e gl'accenti. Le donne belle, i corpi tonici e slanciati, parlavano chiaro e squillante, i suoni limpidi pronunciati. I neri di strada, quelli che giocavano alle carte arsi dal sole in un angolo, parlavano scuro e profondo, come se la voce, loro legame col mondo, avesse preso il colore di quella pelle della notte. I neri, Sir Wing, mai gl'era riuscito d'intenderli.
Stava in piedi dinanzi alla finestra, nascosto dietro alla pioggia, chè a Greenlaje, pur se caldo, pioveva sin troppo spesso. Amava e odiava la pioggia, per la stessa ragione: gli metteva addosso tristezza. Ma poi in fondo, pensava, i nati tristi debbono vivere di tristezza. Titubanti la frammentano con rari momenti d'obliata felicità. Ma lì nel fondo, lì nella notte, liddietro quel telo di gocce scroscianti, i tristi hanno bisogno della loro sana tristezza.
Gli uomini scuri, nella stanza di fianco, continuavano rumorosi a cantare quella lingua un po' buffa. Uno di loro, Esquineiro, aveva la faccia a triangolo, il mento sporgente e appuntito, il corpo lungo e ben fatto. Aveva pur gl'occhi sinistri, ma l'era un giovane buono. Al suo fianco sedeva Franguinho, il volto da classico smilzo. Quella testa, rotonda e malefica, sembrava ad arte attaccata sull'esile corpo più in basso. Si muoveva a scatti leggeri, il passo secco e felpato, e in silenzio, ma non troppo, s'arrangiava a spese di tutti. Ma al Sire Wing, tollerante, importava ben poco. Col Franguinho, del resto, avrebbe diviso solo qualche mese delle sue notti.
Era tentato dal restare, da quel sole caldo dominante, dai ritmi di samba che perenni echeggiavano e da quei vicoli scuri e fascinosi. Ma alla fine, lo sapeva, sarebbe tornato e ben rapido. Quel posto fatato, lì dove la natura aveva vinto, era davvero lontano dalla sua terra natale.
E in effetti, a Greenlaje, la natura non aveva dato alcuno scampo. Lei Signora e Eterna Madre l'uomo invasore aveva scacciato, o per meglio dire relegato negl'alti palazzi lì lungo la costa. Tutt'intorno, nessuna pietà, fiera aveva difeso il Regno suo incontaminato. Ed ecco allora la foresta, possente macchia senza fine, che catturava lo sguardo col suo verde selvaggio. E poi le dolci lagune, specchi d'acqua lucente, ed ancora i morri, quelle bolle di terra che Madre Natura aveva soffiate e e lì nel mezzo mischiate. Ed infine ecco il mare, quell'infinito Oceano Mare, e con lui le spiagge di sabbia, bianche corsie sterminate, e le baie ampie meravigliose, che rilucevano all'imbrunire.
Sir Wing, quella notte, seguiva a fumare e pensare. Tabacco rosso fruttato, nascosto dietro alla pioggia."
9 comments:
sei tornato fra?....
hai visto che ce l'hai fatta a scrivere sul blog???hehehe...ma quale fra, non sarebbe mai in grado di scrivere una cosa del genere...hehehehe...lo so io chi è!! ;)
sarà mica il Carmine ?!
:D
Tornato ancora no, non potrei davvero adesso.
Ma sì capace di scrivere su queste colonne, dopo lunghi mesi di duri intenti e d'intensi silenzi..
ciao carminuccio...I miss u soo much...blanche
perdonami carminuzzo......eppure il tuo stile dovrei riconoscerlo! faccio un mea culpa (fra non me ne vorrà...) e ti abbraccio forte...
Ed in effetti così doveva essere, Silvietta, dacchè tu medesima avevi detto di conoscere la fama dei cantastorie delle meravigliose terre del dimenticato Sul...vabbè, perdonata se mi fai il castagnaccio al più presto (e si ti avvicini ragionevolmente agli standards della nonna).
I miss you all:(
io sono offeso..manco un welcome party a puttane e cocaina... bella carmine, cmq napoli è peggio dell'argentina...ma 'ndo stai??
Beh, a dire da come il buon Diego (non più eroe nazionale, temo, dopo le ultime uscite) se la sia spassata, direi che la bella e vecchia Partenope non ha proprio nulla da invidiare a quella terra maledetta di tanghi e donne sensuali...Sono a Rio, ancor per poco però.
Un abrazo, y disfruta;)
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