THE INFORMER

2009/05/11

CUATRO CAMINOS, MUCHOS DESTINOS-Prima puntata (ce ne saranno mai altre?)



Le 4.30 di un freddo mattino madrileño...2 uomini soli si lasciano alle spalle una finestra di vita giohhvaaaane, vissuta a l00 all'ora, senza limiti alla fantasia senza freni e senza regole...Don Juan già dorme e riposa dalle fatiche erculee della sua vita orgasmus...In calle Hernani vige la regola del silenzio ormai, quando..
E: "lo senti il rumore della valigia che scorre sull'asfalto...questo rumore nel silenzio di una città che dorme...un silenzio avvolto dal buio che ancora il sole non ha scalfito...questo rumore per me è musica, questo rumore mi fa capire che sono sempre vivo, in qualunque parte del mondo...questo è il rumore dell'inquietudine".
R: "UH-UH-UH, bum bum bum, BRRRRRRR..."


"Un fine settimana a Madrid non potrà mai essere banale" (L'osservatore romano)
La trama di questo film è stata chiara sin dall'inizio...Un emissario della commissione osservatrice EEBL, tale Ramòn, era in città già dal giorno precedente, in spasmodica attesa di adeguarsi agli usi e costumi del luogo...In ordine sparso, anche gli altri agenti sarebbero arrivati. Non è l'ordine che ci aiuta a vivere, è la vita che ci aiuta ad ordinare. (chiedo scusa a Marzullo nel caso in cui l'avesse già detta lui).
All'arrivo dell'agente E nel luogo stabilito, il sole rendeva tenera anche la pietra più dura. Nessuno lo aspettava...ma E l'aveva messo in conto. Una messaggio al suo contatto e via, qualcuno sarebbe arrivato...Nessuna risposta. Una chiamata forse l'avrebbe aiutato...ma il telefono era staccato. L'ultima chance...il telefono privato, quello usato solo per i contatti femminili... "tuuu-tuuu-tuuuu" e finalmente la voce amica che risponde con un cavernoso "PRONTO", una voce che neanche gli uomini nella caverna di Platone avrebbero mai sviluppato..."stavi a dormì eh! cci tua..." in elegante dialetto madrileño. Finalmente riscattato da un uomo in pigiama, l'agente E veniva condotto nella segreta dimora del prigioniero. Vi trovava solo odore di vita maschile, un odore aspro e cupo...Il suo collega Ramòn era lì che giaceva su un letto, stordito da un raffreddore che lo tormentava da tempo. L'agente E era stanco...la partenza all'alba, solo 3 ore di sonno, e sull'aereo si era trovato vicino a 2 punkabbestia. Non aveva molte idee in testa. Solo una. "Ragà ma se torniamo a dormire tutti quanti, ci facciamo un'oretta e poi ci svegliamo?"...e fu così che si svegliarono alle 2.30...più carichi di prima, pronti all'appuntamento con Fabiòn, contatto italo-spagnolo al soldo della gnagna, spedito in missione congiunta con l'agente E. Dopo un breve viaggio negli inferi della Capitale insieme ad un personaggio baffuto, tra prostitute e peep show, tra murì di fango e urina e barboni vomitanti, giungevano alla taverna EBOLI, dove persino Cristo si sarebbe fermato. Avevano bisogno di rifocillarsi. Un tenero lomo...sacrificato ai loro bisogni primordiali..LA CARNE E' CARNE.
Nel tentativo di rendere la loro giornata produttiva ed ammazzare il tempo in attesa del vero momento decisivo, cioè la notte, si prodigavano nel laghetto del Retiro. Luogo dal nome simbolico che solo adesso emana i suoi veri significati su tutti i partecipanti. Un laghetto, una barchetta...e qualcuno che rema al posto tuo. Questo pensava l'agente E, quando scrutava le dighe A POPPA (sic), novello Colombo alla scoperta dell'America che non c'è, mentre prodi marinai si dilettavano in inseguimenti a papere e gnagne di tutte le risme.
Al calar del sole e della palpebra si faceva ritorno a casa. Il Prigioniero sarebbe stato di ritorno dopo un faticoso pomeriggio di lezioni. La tensione rimaneva comunque alta nel quartier generale di C.Hernani...non si avevano ormai più notizie dell'Agente R, spedito in una località segreta della Catalogna quale tappa intermedia verso Madrid. Si vociferava di un viaggio della speranza, stipato in un pullmino contenente all'incirca 298 persone, senza bagno, velocità media 30 km/h...Non potevano mangiare senza di lui, e non c'era più tanta voglia di mangiare. Ma finalmente si fece vivo R...con i suoi mille borsoni, sacchi a pilu e tanto altro. L'agente R raccontava le sue peripezie, in particolare il rapimento subito dai servizi segreti brasiliani, e l'ormone impazzito che ne era scaturito. In condizioni pietose, non rinunciava al suo orgoglio e domandava retoricamente se davvero avesse bisogno di una doccia, visto che l'aveva fatta prima di partire... A quel punto, l'odore di maschio nella casa diventava sempre più insopportabile...il bisogno di ñaña, ineluttabile.
Che dire della serata poi sviluppatasi? tutte le informazioni sono classificate come CONFIDENTIAL e non possono essere divulgate...ma tra botellones, file interminabili, spizzing acuto, pali olandesi, appizzi molesti a lunga conservazione, uruguagi ubriachi, pizze da portar via, campi di bocce ovunque,beh in mezzo a questo turbinìo il resto potete immaginarlo da soli...
in un amaro ritorno a casa...voci nella notte:
Ramòn: "qui c'è tanta voglia di Brugna..."
E:"e se fosse la Brugna ad aver voglia di noi?"
R:"UH-UH-AHUUUU...BUM BUM BUM...grrrr"


2 comments:

Roxy said...

sei il mejo!!!

brugnolo said...

onore ad E. e aspetto con ansia il capitolo 2: "assalto alla gregna"!!!

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